E’ stata inaugurata oggi a Palazzo della Penna – Centro per le arti contemporanee la mostra “Guido Harari. Occhi di Perugia” realizzata in collaborazione con Wall of Sound Gallery, Epson e Fondazione Innovarci. All’evento erano presenti l’artista, la sindaca di Perugia Vittoria Ferdinandi, il vicesindaco e assessore alla cultura Marco Pierini, Stefano Bertea e Mattea Fo.
L’esposizione, visitabile fino al 2 giugno, raccoglie oltre cento fotografie di Guido Harari, tra cui settanta Ritratti sospesi voluti dal Comune di Perugia e scattati dal fotografo a operatori e assistiti delle associazioni del terzo settore della città. Agli scatti già presenti in mostra, durante il corso dell’esposizione, si aggiungeranno man mano i ritratti eseguiti durante la permanenza di Harari a Palazzo della Penna.
Dal 25 aprile all’11 maggio, infatti, sarà possibile farsi ritrarre da Guido Harari all’interno di un set fotografico creato in una sala di Palazzo della Penna: la Caverna magica.
Per prenotare l’appuntamento per farsi ritrarre dal fotografo basta seguire le indicazioni presenti al link https://cavernamagicaharari.com scegliendo data e orario della propria seduta di posa.
I Ritratti sospesi e quelli della Caverna magica verranno poi pubblicati in un volume, Gli occhi di Perugia, realizzato su iniziativa del Comune di Perugia con il contributo di Fondazione Innovarci.
In occasione della mostra, lunedì 28 aprile alle ore 21, sarà presentato presso il Cinema Zenith “Guido Harari. Sguardi randagi”, documentario prodotto da Tekla Films per Rai Documentari che ripercorre la straordinaria carriera di Harari e la storia dietro la creazione di alcune delle più iconiche immagini della musica internazionale con i ritratti di David Bowie, Frank Zappa, Lou Reed, Kate Bush, Giorgio Gaber, Fabrizio de André, Vasco Rossi, Gianna Nannini e tanti altri. All’evento sarà presente anche il regista Daniele Cini.
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All’inaugurazione il vicesindaco Marco Pierini ha evidenziato il carattere estremamente originale della mostra, “destinata ad assumere la sua forma definitiva solo una volta che sarà conclusa, a differenza di quanto di solito avviene”. “Solo la prima sezione, infatti, è fissa, presentando un’antologia di fotografie delle precedenti edizioni di Caverna magica scelte da Harari. La seconda sezione, ‘Occhi di Perugia’, potrà arricchirsi ogni ora. Ci saranno, infatti, i ritratti sospesi di quanti abbiamo coinvolto nel progetto con la collaborazione di numerose associazioni, insieme a quelli di coloro che si faranno ritrarre con una prenotazione online e che potranno portare a casa anche una stampa della propria foto. La terza sezione è la Caverna Magica vera e propria, lo spazio dove si svolge l’interazione con Harari”. Il momento conclusivo del 2 giugno consisterà in “un’asta di tutte le foto esposte il cui ricavato sosterrà le associazioni che hanno aperto le porte a questo straordinario progetto”.
L’autore, rievocando le origini del progetto Caverna magica, partito tre anni fa, ha spiegato che “tutto è nato dall’interesse per le storie delle persone che venivano a vedere le mie esposizioni e dalla volontà di dare la possibilità a chiunque di dimostrare la propria unicità”. In un secondo momento, “a Milano scattò anche l’idea dei ‘ritratti sospesi’, anch’essi destinati a comporre un mix di volta in volta unico, esposti senza cornici come a dare l’impressione di uno studio fotografico dove si assiste a qualcosa in divenire”. “La fotografia – ha aggiunto Harari – può innescare un processo trasformativo. Lo ho capito grazie alle persone che facendosi ritrarre mi hanno portato le loro storie. Ciò che conta davvero è incontrarsi, dialogare ed entrare in risonanza, un processo che rilancia il valore dell’atto fotografico”.
Secondo Vittoria Ferdinandi, “Harari ha davvero tenuto fede alla promessa che ci eravamo fatti di immaginare qualcosa dai confini ben più estesi di una mostra”. “Nel mito di Platone – ha aggiunto – la caverna ci richiama al percorso necessario per liberarsi dalle opinioni e giungere alla luce della verità. Qui, invece, si fa il percorso inverso: si entra nella Caverna per entrare in contatto con parti di sé. Un’operazione tanto più importante in una società dove siamo abituati a muoverci sulla superficie delle cose. Ho iniziato il mio mandato con l’idea di riscoprire la città con uno sguardo di cura. E non a caso Harari ha cercato l’anima di Perugia nei luoghi delle fragilità e delle marginalità, cioè i primi luoghi che secondo noi devono essere conosciuti, nella convinzione che le comunità salde sono quelle che allargano lo sguardo e includono le diversità. E non è un caso che la mostra sia stata portata a Perugia proprio dal 25 aprile al 2 giugno, cioè il periodo in cui la resistenza, il coraggio e la determinazione di una parte della nostra nazione hanno costruito una Repubblica fondata su libertà, dignità, solidarietà e democrazia”.