“Convocare un’assemblea generale del personale, aggirando completamente le relazioni sindacali previste dal contratto nazionale di lavoro, è un atto grave e inaccettabile”
“Arroganza o incapacità? La decisione dell’assessore Tommaso Bori di convocare un’assemblea generale del personale, aggirando completamente le relazioni sindacali previste dal contratto nazionale di lavoro, è un atto grave e inaccettabile”. È quanto dichiarano i consiglieri regionali di opposizione Donatella Tesei e Enrico Melasecche (Lega Umbria), Eleonora Pace, Paola Agabiti e Matteo Giambartolomei (Fratelli d’Italia), Andrea Romizi e Laura Pernazza (Forza Italia), Nilo Arcudi (Tesei presidente-Umbria civica).
“In questo modo – evidenziano i consiglieri di opposizione – vengono delegittimati i rappresentanti sindacali eletti soltanto la scorsa settimana nella Rsu della Regione. Si tratta di una forzatura che mina il principio del confronto democratico con le sigle sindacali, sostituendolo con una imposizione unilaterale e autoritaria. Non si governa una Regione ignorando i diritti, le procedure e il ruolo dei sindacati e dei lavoratori. Questo metodo, che umilia la partecipazione e cancella ogni forma di dialogo, è il segno di un’impostazione sbagliata e pericolosa, utilizzata dalla sinistra fin dai primi giorni di governo regionale, che va respinta con forza. Tra l’altro, l’assemblea è stata convocata in un luogo poco consono, come il piazzale antistante il palazzo del Broletto, come se l’assessore Bori volesse trasformarla in un comizio, magari a favore di macchina fotografica in vista di qualche post sui social. Esprimiamo piena solidarietà ai dipendenti della Regione Umbria e chiediamo all’assessore Bori – concludono – di ritirare immediatamente questa iniziativa, riaprendo un confronto serio, trasparente e rispettoso delle regole con le sigle sindacali. I lavoratori meritano rispetto, non imposizioni”.