Cgil Umbria protesta davanti alla sede Rai: “grave il silenzio sui referendum”

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 Presidio del sindacato nelle principali città d’Italia tra cui anche Perugia. Maria Rita Paggio: “i cittadini hanno diritto a essere informati per esprimere opinione consapevole”

“Il fatto che dei quesiti referendari, per cui i cittadini italiani sono chiamati al voto l’8 e 9 giugno, si sia deciso di non fare informazione è molto grave, perché questo attacca la democrazia del nostro Paese. Rompiamo il silenzio”.

   

Così la segretaria confederale di Cgil Umbria Maria Rita Paggio durante il presidio organizzato dal sindacato, martedì 29 aprile, di fronte alla sede Rai a Perugia per protestare contro “il silenzio che si sta adottando riguardo ai referendum”.

“In occasione del 25 aprile – ha proseguito Paggio – abbiamo ricordato i valori da cui sono nati la nostra Costituzione e la nostra democrazia e tra questi c’è il diritto a essere informati, a conoscere per poter esprimere la propria opinione consapevole. Oggi i cittadini italiani non sono messi in questa condizione, addirittura molti non sanno neanche di avere questa opportunità, non sanno che l’8 e il 9 giugno si vota per 5 referendum abrogativi in materia di disciplina del lavoro e cittadinanza”.

Una protesta che ha riguardato moltissime città italiane, da Bologna a Cosenza, da Milano a Pescara, passando anche per Perugia, di fronte alle sedi Rai regionali per

“invocare – spiegano da Cgil – il rispetto delle firme apposte lo scorso anno da milioni di cittadini sotto i referendum per la dignità, la tutela e la sicurezza del lavoro e per allargare il diritto alla cittadinanza”.  “Bisogna dare a tutti – ha concluso Maria Rita Paggio – la possibilità di esprimersi in un confronto democratico, cosa che da parecchio non avviene su molti versanti. Riteniamo che sia preciso dovere garantire pluralismo e un adeguato livello di informazione da parte di emittenti radio e tv che fanno parte del servizio pubblico che dovrebbero contribuire al formarsi di un’opinione pubblica libera perché informata. Non sono in alcun modo accettabili il silenzio e l’oscuramento messi in atto da quando sono stati convocati i referendum”.